Martedì 25 Agosto 2009 - Takayama
Ci alziamo prestissimo e partiamo con il treno delle 7:10 in direzione Takayama.
Sistemare i bagagli è sempre più difficile, dato che ormai in ogni posto che visitiamo compriamo qualcosa da portare a casa.
Cambiamo treno a Toyama e da lì ci troviamo su un bellissimo percorso in mezzo alle montagne. Arriviamo a Takayama verso le 9:30. Grazie alle precise indicazioni che avevo trovato sul suo sito raggiungiamo facilmente a piedi il ryokan. Essendo ancora molto presto, lasciamo i bagagli in custodia e partiamo per la visita della città.
Ci troviamo proprio ai piedi delle montagne, anche qui l'aria è più fresca e si sta benissimo.
Per prima cosa visitiamo i mercati, che ci sono solamente al mattino.
Il primo si trova lungo il fiume. Vendono prodotti alimentari di vario genere, verdura, tè, dolci e delle speciali gallette di riso tipiche della città. Compriamo delle spezie, anche se non siamo sicurissimi di cosa si tratti. L'altro mercato si trova in una piazzetta di fronte ad un tempio, ma è più piccolo e, secondo me, meno interessante.
Ci spostiamo verso la parte vecchia della città e ci fermiamo in un negozio di tè, dove facciamo alcune degustazioni, compriamo varie confezioni di tè e una teiera.
Arriviamo quindi a Sanmachi-suji, il cuore della città vecchia, definito da tre vie sulle quali si affacciano costruzioni di legno tradizionali, che ospitano abitazioni e negozi.
Acquistiamo alcune ciotole, tipiche di Takayama, realizzate con un metodo che evidenzia le venature del legno, quindi, in una distilleria, compriamo diversi tipi di sake.
Andiamo poi a Takayama Yatai Kaikan, una sala in cui vengono esposti alcuni degli yatai, carri allegorici a due piani, utilizzati durante la festa Takayama Matsuri, riccamente decorati e contenenti marionette che durante la manifestazione eseguono particolari acrobazie.
Assistiamo alla proiezione di un video che presenta il festival e le evoluzioni dei carri.
Successivamente vediamo il santuario Sakurayama Hachimangu e visitiamo il Sakurayama Nikko-kan, dove sono esposti i modellini dettagliati dei santuari di Nikko e dove un particolare sistema di luci simula l'alba e il tramonto sugli edifici.
Torniamo in hotel a piedi, passando per zone della città un po' esterne rispetto al centro storico e vediamo Hida Kobubun-ji, il più antico tempio di Takayama, caratterizzato da una grande pagoda e davanti a cui si trova un'enorme albero di ginko.
Dopo una breve sosta nel ryokan, dove finalmente ci hanno dato le chiavi della stanza, ci incamminiamo in direzione opposta rispetto a quella in cui si trova il centro storico, per arrivare a Hida-no-sato,costeggiando campi di riso.
Hida-no-sato è una specie di museo all'aperto, un villaggio folk dove sono state riportate diverse case tradizionali della regione, smantellate dalla loro sede originale e ricostruite qui. E' possibile entrare nelle case e visitarle, per poter capire come si svolgeva la vita delle comunità rurali.
Torniamo quindi nel ryokan, dove ci prepariamo nell'attesa dell'ora di cena. Il "Minshuku Sosuke" è un ryokan a conduzione famigliare. E' molto accogliete, le stanze sono un po' piccole, ma c'è una grande sala comune dove verrà servita la cena e dove si trova l'irori, il focolare.
Quando abbiamo prenotato abbiamo scelto di cenare qui, su consiglio di alcune recensioni che abbiamo letto, dove viene specificato che vengono servite ottime cene di specialità locali. Una specialità della zona di Hida è il manzo, meno famoso di quello di Kobe, ma altrettanto pregiato.
Anche in questo ryokan non ci sono bagni privati. Per farsi la doccia occorre quindi recarsi nel bagno comune. Io sono sempre un po' restia, ma decido comunque di andare. Anche oggi spero che non ci sia nessuno, ma purtroppo c'è già una ragazza giapponese, che però nel momento in cui entro sta uscendo. Dopo essermi fatta la doccia mi immergo nella grande vasca di acqua bollente dove mi rilasso completamente. Dopo poco entra un'anziana signora giapponese, che mi ricorda le nonnine dei cartoni animati. E' decisamente più esperta di me nella preparazione al bagno, si immerge nella vasca al mio fianco, mi sorride e mi dice qualcosa sul fatto che il bagno è molto rilassante. La situazione per me è molto strana, ma come ho già raccontato per loro è normale. Un po' per l'imbarazzo, un po' perché non riesco a resistere troppo all'acqua bollente, dopo qualche minuto esco.
Scendiamo nella sala in cui viene servita la cena. Ci inginocchiamo presso un tavolino basso, ma poi scopriamo che c'è il trucco, per cui sotto il tavolino c'è un buco dove poter mettere le gambe.
La cena è ottima, composta da varie portate. Un sashimi di pesce e un particolare tipo di patata, che la signora ci dice chiamarsi cognac, o almeno, questo è ciò che abbiamo capito. Ci sono poi alcune verdure di montagna, una radice rosa, noodles verdi di erbe, molto buoni, anche se freddi, riso, zuppa di miso e un barbecue spettacolare, costituito dalla carne tipica di qua, molto tenera, e da alcune verdure e funghi, il tutto accompagnato da una salsa a base di soia, diversa però sia da quella utilizzata per il sushi, sia da quella della tenpura.
Le uniche cose che non mangio e cedo a Francesco sono il tofu fritto e un piatto di pollo e salmone condito da una besciamella al formaggio.
Dopo cena iniziamo a chiacchierare con i ragazzi seduti nel tavolo a fianco al nostro, due olandesi, che sono stati alcuni giorni a Tokyo e dopo aver visitato la zona delle montagne sarebbero partiti per una settimana in Australia. Chiacchieriamo un po' con loro su ciò che abbiamo visitato e su ciò che più abbiamo apprezzato del Giappone.
Nonostante il sonno, siccome è ancora presto, usciamo per una passeggiata. Nel quartiere vecchio c'è una fantastica atmosfera: luci soffuse, quasi nessuno in giro e un grande silenzio.
Domani, dopo questi due giorni molto tranquilli, torneremo nella caotica e vitale Tokyo.
Oggi inizio a sentire un po' di tristezza, dato che la vacanza sta per finire.
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