Giovedì 13 Agosto 2009 - Kyoto
Ci svegliamo molto presto per chiudere gli zaini e partire alla volta di Kyoto. Prendiamo la metro fino alla Tokyo Station, dove raggiungiamo subito il binario e ci mettiamo in coda per il treno delle 8:33. Ieri purtroppo non siamo riusciti a prenotare il posto sul treno, in quanto le carrozze riservate erano già tutte occupate, per cui ci hanno consigliato di arrivare prima per poter salire sulle carrozze non riservate.
E' incredibile l'estrema puntualità dei treni, che spaccano il secondo. Le stazioni sono organizzatissime, per accedere ai binari e poi per uscirne occorre sempre passare dagli appositi tornelli, si attende rispettando rigorosamente la coda ed è sempre possibile conoscere dove si ferma esattamente il treno, la precisa posizione delle carrozze, perciò sappiamo già dove fermeranno le carrozze non riservate. E' impressionante come sullo stesso binario arrivi e riparta un treno ogni pochi minuti. Abbiamo inoltre notato che quando i treni arrivano al capolinea sale un addetto che gira tutti i sedili nel senso di marcia.
Il viaggio sullo Shinkansen è fantastico, i posti a sedere sono spaziosissimi, il treno è pulito. E' buffo vedere che sia i ragazzi che passano a vendere caffè, bibite e snack, sia il controllore, prima di uscire dalla carrozza si girano verso i passeggeri e fanno l'inchino. Sul treno e nelle stazioni, ogni volta che c'è qualche annuncio, si sente sempre qualche piacevole musichetta. Abbiamo notato che i jingle in Giappone sono ovunque, tipo fuori dai negozi o nelle stazioni della metropolitana.
In meno di tre ore arriviamo a Kyoto. In stazione veniamo immediatamente avvicinati da una coppia di volontari per turisti che, vedendoci con gli zainoni, ci chiedono se abbiamo bisogno di aiuto. Io ho già tirato fuori la mappa con il percorso fino all'hotel, che ho stampato prima di partire e loro, che conoscono bene dove sia, ci danno indicazioni ancora più precise. Infatti lo troviamo facilmente e in meno di dieci minuti arriviamo.
L'hotel in cui alloggeremo, il Matsubaya Inn, in realtà è un ryokan, cioè un albergo in stile tradizionale. In realtà ha stanze sia di tipo tradizionale giapponese, sia di tipo occidentale. Purtroppo dormiremo solo due notti nella camera tradizionale, perché per le altre due notti non c'era disponibilità.
E' ancora presto per effettuare il check-in, comunque i gentili gestori ci mostrano la nostra stanza e ci permettono di posare i bagagli. La stanza è piccola molto carina, ha il pavimento rivestito da tatami ed è arredata solamente da un tavolino basso e tre sedie.
Arrotolati dentro un armadio stanno i futon, i letti costituiti unicamente da materassi, che dovremo prepararci da soli prima di andare a dormire.
Prima di iniziare a visitare la città ci fermiamo in un supermercato a comprare qualcosa da mangiare. Prendiamo una scatola di sushi e due onigiri e ci sediamo in un piccolo parco per mangiare. Il sushi del supermercato è più buono di quello che si trova in alcuni ristoranti in Italia.
Iniziamo la visita dal tempio Higashi Hongan-ji, che si trova proprio di fronte alla via del nostro hotel. E' abbastanza bello da fuori, ma dentro è un po' spoglio. Alcune parti sono in fase di ristrutturazione.
Raggiungiamo poi a piedi il vicino Nishi Hongan-ji, decisamente più curato. Per visitare ogni tempio occorre togliersi le scarpe e spesso vengono forniti dei sacchetti di plastica per potersele portare dietro, senza doverle abbandonare all'ingresso. I templi presentano gli stessi elementi caratteristici di quelli che abbiamo visto nei giorni scorsi.
Facciamo una breve sosta nell'area di riposo adiacente al tempio, dato che fa caldissimo e lì c'è l'aria condizionata. Una simpatica vecchina offre il tè, ma fa troppo caldo per berlo, preferiamo le bibite delle immancabili macchinette.
Torniamo alla stazione da dove prendiamo l'autobus per raggiungere il castello Nijo-jo, che ospitò la residenza ufficiale a Kyoto del primo shogun, Tokugawa Ieyasu. Per visitarlo dobbiamo toglierci le scarpe, ormai sta diventando una consuetudine. Le stanze del castello sono molto belle, con pareti decorate d'oro e con disegni raffiguranti vari tipi di alberi. Una caratteristica è il pavimento "cinguettante", fatto costruire appositamente scricchiolante, affinché si potessero sentire gli eventuali intrusi.
Finita la visita prendiamo il pullman e, passando per quella che immagino essere la via principale, dato che si vedono tantissimi negozi di marchi famosi, andiamo fino a Gion con l'intento di vedere il quartiere delle geishe, ma purtroppo sta iniziando a piovere forte. Vediamo velocemente il santuario Yasaka-jinja, che sicuramente rivedremo con maggior attenzione nei prossimi giorni.
Torniamo nel ryokan per rinfrescarci, dato che siamo devastati dal caldo umido di oggi e il mio piede destro è sempre più dolorante.
Nel ryokan indossiamo lo yukata, una specie di kimono da casa, che ci hanno lasciato in dotazione e ci prepariamo il tè. In questa stanza continuo a sentire uno strano odore di cavolo bollito, ma forse dipende dai tatami.
Andiamo a cena e siccome siamo un po' stanchi decidiamo di non allontanarci troppo. Troviamo un ristorante specializzato in soba, cioè spaghetti di grano saraceno.
Appena entrati vediamo tre uomini che preparano i soba, uno impasta, uno tira la sfoglia con il mattarello e il terzo li taglia e li raccoglie in nidi, pesandoli.
Io ho mangiato un'ottima tenpura e i soba cucinati nel modo più classico, che vanno mangiati freddi intingendoli in una salsa di soia. Devo dire di non averli molto apprezzati, non tanto per il gusto, che non era male, ma in generale non amo la pasta fredda.
Dopo cena torniamo nel ryokan e dopo un altro tè prepariamo i futon.
Meraviglia delle meraviglie, davvero! Chissà se riuscirò mai ad andarci. Bravissima, un bacio
RispondiEliminaLisa