Lunedì 24 Agosto 2009 - Kanazawa
Ripartiamo da Osaka in direzione Kanazawa. Oggi non prendiamo lo Shinkansen, ma il Thunderbird, che per fortuna fa pochissime fermate.
Il treno ferma anche a Kyoto e mi viene un po' di nostalgia. Dopo prosegue nelle campagne e costeggia un lago.
Arriviamo a Kanazawa verso le 11:30. Alla stazione chiediamo già informazioni sul treno che dovremmo prendere domani per raggiungere Takayama e purtroppo scopriamo che dobbiamo scegliere se partire alle sette o a mezzogiorno. Rimandiamo la decisione a più tardi, in base a cosa riusciremo a visitare oggi e alla stanchezza che accumuleremo.
Prendiamo un autobus e con le indicazioni che mi ero segnata raggiungiamo facilmente il ryokan. Come è già successo è troppo presto per il check-in, così posiamo i bagagli e iniziamo il giro della città.
Visitiamo subito la principale attrazione della città, il giardino botanico Kenroku-en.
Si tratta di un enorme parco, con laghetti, ruscelli, ponti, fontane, grandi pini e piante di ogni genere. L'atmosfera è rilassante, anche se ci sono molti visitatori, quasi tutti giapponesi.
All'interno del parco entriamo nella casa del tè dove ci viene offerto, seduti sui tatami, il tè matcha, ovviamente insieme ad un molliccio. Era già qualche giorno che non ne mangiavamo più.
Usciti dal parco raggiungiamo a piedi Higashi Chaya-gai, il quartiere delle geishe.
E' un quartiere antico, caratterizzato da case di legno, che ricordano quelle di Gion a Kyoto.
Molte delle case ospitano ristoranti o negozi di oggettistica. Compriamo qualche regalo da portare in Italia e per noi due coppie di bacchette dipinte con la foglia d'oro, tipica di Kanazawa.
Passiamo per il mercato, dove vediamo vendere pesce freschissimo e dove Francesco compra quello che sembra uno strano tè salato, anche se probabilmente si tratta di alghe essiccate da bere in infusione.
Arriviamo a Nagamachi, il quartiere dei Samurai, dove visitiamo un'antica casa.
Torniamo quindi nei pressi del giardino, dove visitiamo un grande negozio di artigianato locale e dove compriamo del vero tè e due coppette dipinte con la foglia d'oro.
Rientriamo nel ryokan dove ci riposiamo un po', dato che oggi non ci siamo quasi fermati.
In questo ryokan non abbiamo il bagno privato, perciò indosso lo yukata e scendo a lavarmi nel bagno comune. Ho ancora un po' di pudore a utilizzare i bagni comuni, però qui è normale, per cui cerco di adeguarmi. Per fortuna ci sono solo io, il bagno delle donne è molto piccolo, con una piccola vasca di acqua bollente.
Usciamo quindi per la cena, con l'idea di mangiare pesce, dato che abbiamo letto che qui si mangia bene. In hotel ci hanno consigliato un posto. Ci mettiamo un po' a trovarlo e purtroppo scopriamo che è chiuso. Cerchiamo quindi di entrare in un locale che ci ispira, ma ci mandano via, dicendo che lì nessuno parla inglese. Per noi non sarebbe un problema, come non lo è stato nei giorni scorsi, lo diciamo al ragazzo che sta sulla porta del ristorante, ma lui continua ad insistere sul fatto che non parlano inglese. Un po' scocciati ce ne andiamo. In tutto questo tempo non ci è mai successo che ci trattassero in modo così prevenuto e ce la siamo sempre cavati bene , rimango molto delusa da questo comportamento.
Troviamo poi un ristorante di sushi, dove veniamo accolti da un gruppo di signore gentilissime. Purtroppo c'è una piccola incomprensione fra noi, perché ci chiedono se vogliamo mangiare in una sala coi tatami, Francesco risponde "yes" e loro capiscono di no, forse perché "iee" in giapponese significa no, così ci fanno sedere ad un tavolo normale.
Il sushi è ottimo, senza troppo wasabi che a mio parere ne altera un po' il gusto. Però non ci sazia, così usciti dal ristorante andiamo in un altro locale dove mangiamo un gelato enorme. E' ancora abbastanza presto, ma non c'è tantissima gente in giro e i locali sono quasi vuoti.
Oggi per la prima volta non abbiamo percepito troppo caldo. Ho trovato il clima di Kanazawa molto meno umido rispetto a quanto subito gli scorsi giorni e stasera si sente anche una leggera aria fresca.
Avendo oggi visto tutto ciò che ci interessava, abbiamo deciso che domani partiremo col primo treno disponibile, per cui ci aspetta un'altra levataccia.
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