giovedì 14 gennaio 2010

Viaggio in Giappone - Giorno 9 - Koyasan

Lunedì 17 Agosto 2009 - Koyasan

Stamattina lasciamo Kyoto per raggiungere Koyasan. Il trasferimento sarà lungo perché dovremo cambiare diversi treni. Ci alziamo presto, chiudiamo i bagagli e scendiamo a restituire la chiave della stanza. I due gestori dell'hotel, immagino marito e moglie, che nei giorni scorsi sono stati così gentili con noi, ci donano due set di bacchette e mentre andiamo via escono in strada per salutarci e continuano a inchinarsi finché ci vedono. Io, come ogni volta in cui qualcuno si mostra molto gentile con me, mi commuovo.
Dopo aver fatto una spesa di frutta per pranzo raggiungiamo la stazione. Compriamo una confezione di mollicci da portare a casa, le brioches per la colazione e corriamo a prendere il treno per Osaka. Dalla stazione Shin-Osaka prendiamo la Loop Line fino alla stazione di Shinimamiya, da lì prendiamo un altro treno e dopo un paio d'ore arriviamo a Gokurabashi. Lungo il tragitto iniziamo a vedere zone dominate dalla natura, dove compaiono pochissime case. Infine prendiamo una funicolare, che, salendo su per magnifici boschi, ci porta finalmente a Koyasan.


Koyasan, uno dei luoghi sacri più importanti del Giappone e uno dei principali centri monastici, ospita numerosi templi e santuari. Noi trascorreremo la notte in uno di questi templi, lo Shojoshin-in.
Dalla stazione dobbiamo ancora prendere un autobus che ci porta fino al tempio in cui alloggeremo, proprio l'ultimo in fondo alla città.
Appena arriviamo un monaco ci accoglie e prima di mostrarci la nostra stanza ci espone il regolamento del tempio. Mentre sbrighiamo le pratiche del check-in un altro monaco, ci chiede se siamo italiani, e quando gli rispondo di sì mi mostra, fiero e ridendo, la maglietta che porta sotto la tonaca, con scritto "Ciao Bella", con i caratteri della Coca Cola.
Posiamo i bagagli e partiamo subito per la visita della zona, in quanto abbiamo pochissimo tempo a disposizione: sono già le 14 e la cena nel tempio viene servita alle 17:30!
Attraversiamo la città a piedi. Non è molto grande, quindi in poco tempo arriviamo al complesso templare Garan, costituito da numerose sale e pagode. Visitiamo il Dai-to, la grande pagoda, che presenta colori vivaci, dominati da un arancione acceso e il Kondo, la sala principale.


Ci fermiamo su una panchina del parco antistante, per consumare il nostro pranzo ritardato, costituito da una mela. Andiamo quindi a visitare il Kongobu-ji, residenza dell'abate di Koyasan. Ogni stanza presenta pareti e paraventi riccamente decorati, principalmente con immagini naturali. Il grande giardino zen è caratterizzato da una notevole quantità di massi.


Alla fine della visita ci viene offerto il tè, accompagnato da un biscotto di riso. Lo consumiamo in una grande sala, seduti sui tatami, mentre una donna, forse una monaca, sta spiegando animatamente qualcosa. Purtroppo, non capendo niente, ci accontentiamo di assaporare il tè e ammirare le decorazioni della sala.
Una delle cose più importanti da visitare a Koyasan è Oku-no-in, un cimitero molto importante per i fedeli buddhisti, dove riposa Kobo Daishi, il fondatore della scuola di buddismo esoterico di Shingon, una delle figure religiose più importanti del Giappone.


Il cimitero è situato in mezzo alla foresta ed è immenso. Ci addentriamo, camminando lungo il sentiero, costeggiato da lanterne di pietra, incontriamo numerose tombe e statue. Sarebbe bello potersi soffermare e trovare i monumenti più importanti, ma purtroppo il tempo stringe e ad un certo punto iniziamo a camminare molto velocemente, cercando almeno di raggiungere il Toro-do, la Sala delle Lanterne.
Torniamo velocemente indietro, sta scendendo la sera e alcune lanterne di pietra iniziano ad accendersi.
Arriviamo al tempio giusto in tempo. Andiamo in camera, indossiamo lo yukata e con una telefonata i monaci ci avvertono che la cena è pronta.
Scendiamo nella sala, dove ogni coppia o gruppo di persone è separato dagli altri con dei piccoli paraventi.


Ci sediamo su un cuscino posto sui tatami e davanti a noi, su piccoli tavolini, sono disposte numerose piccole ciotole. Il cibo servito è lo stesso di cui si nutrono i monaci. Proviamo così la shojin ryori, cioè la cucina vegetariana senza carne, pesce, cipolle e aglio. Nelle ciotole si trovano infatti diverse strane zuppe, verdure non ben identificate, tofu. Alcune cose sono buone, altre meno. Francesco ovviamente mangia tutto con gusto, io mi limito a mangiare le cose che mi piacciono, le altre le assaggio solamente. Per fortuna c'è sempre il neutro riso bollito, che aiuta a riempire lo stomaco.


Dopo cena usciamo a fare due passi e ci addentriamo nuovamente nel cimitero, che si trova subito vicino al tempio. Il cimitero è illuminato dalla lanterne, l'atmosfera è strana, un po' inquietante, tanto che chiedo a Francesco di non restare a lungo, e di non inoltrarci troppo.


Torniamo nel tempio, sembra tardissimo, ma sono solo le 20. Per la prima volta, dopo vari ripensamenti, non essendo in generale amante di queste cose, provo l'esperienza del bagno Giapponese. In Giappone, in alcuni hotel e spesso,anche nelle case, si trova una grande vasca da bagno piena d'acqua molto calda, in cui tutti i membri della famiglia si immergono. La vasca non si utilizza per lavarsi, come succede da noi, ma solamente per rilassarsi, infatti prima di immergersi occorre lavarsi molto bene nelle docce poste solitamente vicino alla vasca.
Nel tempio non abbiamo il bagno in camera per cui l'unico modo di potersi lavare è la doccia comune. Esiste quindi un bagno per le donne e uno per gli uomini. Quando vado a lavarmi fortunatamente non c'è nessun altro, quindi dopo la doccia vinco l'indecisione e mi immergo nella vasca. Effettivamente la sensazione è piacevole e molto rilassante.
Dopo il bagno e dopo l'ormai consueto tè serale andiamo a dormire abbastanza presto, dato che domani mattina dobbiamo svegliarci all'alba per partecipare alla cerimonia religiosa.

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