sabato 16 gennaio 2010

Viaggio in Giappone - Giorno 11 - Miyajima - Hiroshima

Mercoledì 19 Agosto 2009 - Miyajima - Hiroshima

Oggi andiamo in gita all'isola di Miyajima. Prendiamo il treno fino a Miyajimaguchi, da dove parte il traghetto per l'isola.
Scendendo dal traghetto vediamo che, anche qui, girano indisturbati per l'isola moltissimi cervi, anche se notiamo che sono molto più magri di quelli di Nara, forse perché qui è vietato dare loro del cibo.
Per prima cosa vediamo il grande O-Torii arancione, immerso nel mare, famoso perché compare in numerose fotografie rappresentanti il Giappone.


Il torii rappresenta l'ingresso del santuario Itsukushima-jinja, che ha struttura a forma di molo, in quanto un tempo alla gente comune non era consentito mettere piede sull'isola, a causa della sua sacralità. Anche la struttura del santuario è colorata di arancione e ho letto che si pensava che questo colore tenesse lontani gli spiriti cattivi.
Visitiamo poi la Treasure Hall, in cui sono presenti antichi testi sacri e spade e da cui restiamo abbastanza delusi. Vicino si trovano il tempio Daigan-ji e la pagoda.
Un po' stufi di vedere solo templi decidiamo di seguire un itinerario a piedi. Su consiglio della Lonely Planet scegliamo di raggiungere la parte alta dell'isola e il monte Misen con la funicolare, per poi ridiscendere a piedi.


Camminiamo così fino al parco Momiji-dani, quindi, cambiando due diverse funicolari, arriviamo fino a 430 metri s.l.m. Da lì saliamo a piedi, fino al monte Misen, da cui si gode di una splendida vista. In lontananza è possibile vedere l'isola di Shikoku.


Sulla cima del monte si trovano edifici sacri, tra cui uno dove è situata una pentola gigante che si narra sia stata utilizzata dal santo buddhista Kobo Daishi e per tale motivo mantenuta sempre in ebollizione.
Scendiamo poi a piedi seguendo un sentiero molto lungo, ma bellissimo, che passa proprio in mezzo alla foresta. Oltre ai cervi incontriamo altri abitanti dell'isola: le scimmie. Le vediamo da vicino mentre, arrampicate agli alberi, si nutrono con le foglie. Alcune sono molto piccole e stanno in braccio alle loro mamme. Che emozione grandissima!


Scendendo ancora incontriamo alcuni francesi che hanno scelto di salire al monte a piedi e ci chiedono se è ancora lontano. Purtroppo dobbiamo dargli cattive notizie e pensiamo a quanto bene abbiamo fatto a salire con la funicolare.
Arriviamo al tempio Daisho-in, costituito da numerose sale e ne visitiamo alcune. Ci colpiscono tantissime statue, dislocate lungo i sentieri, che rappresentano dei piccoli Buddha in varie pose divertenti.


Facciamo un giro nella via commerciale dell'isola dove si trova, esposto, il più grande cucchiaio di legno per riso del mondo.


Vorremmo comprarci qualcosa di tipico, ma presto ci accorgiamo che i negozi vendono solo souvenir per turisti, di scarsa qualità.
Vediamo un banchetto che vende dei grandi ravioli al vapore. Ne prendiamo due, uno ripieno di carne e uno di pesce e verdure.


Sempre con l'intento di comprare qualcosa di tipico cerchiamo il centro dell'artigianato tradizionale, segnalato sulla mappa, ma dopo svariati giri non riusciamo a trovarlo e rinunciamo. Prendiamo così il traghetto per lasciare l'isola.
Arriviamo a Hiroshima abbastanza presto e non riusciamo a resistere al richiamo di Tokyu Hands. Compriamo un po' di regali da portare in Italia e molte cose per noi, alcune utili, altre divertenti, come le formine per le uova sode o le palette per l'okonomiyaki.
Stasera scegliamo di assaggiare un altro piatto tipico di Hiroshima: le ostriche. Andiamo in un ristorante che ho adocchiato oggi pomeriggio nel percorso stazione-hotel: "Oyster Conclave". La cena è divina: ostriche marinate, ostriche alla griglia con limone, ostriche gratinate con verdure e riso alle ostriche. Siamo molto soddisfatti.
Dopo cena, passeggiando, torniamo al Peace Memorial Park, per fare delle foto. La cosa buffa è che, non appena Francesco finisce di fare le foto, alle 22, si spengono le luci che illuminano l'A-Bomb Dome.




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