venerdì 10 febbraio 2012

Suoni di ghiaccio e bacche di Calafate

Giorno 2 - Lunedi’ 5 Dicembre 2011

Alle 4:30 patiamo per tornare all’Aeroparque. Il check-in lo abbiamo già fatto per cui è (quasi) sicuro che il nostro volo parta all’ora stabilita.
Alle Aerolineas ci rimbalzano in mille uffici prima di darci il rimborso del taxi come promesso
Facciamo colazione in un bar dell’aeroporto con le fantastiche medialunas, che sono piccoli deliziosi croissants di burro puro.
Il volo per El Calafate dura circa 3 ore, con uno scalo tecnico a Tralew. Sembra di essere su un autobus di linea.
L’aeroporto è piccolissimo, si trova in realtà a circa 20km dalla cittadina.
Insieme ad altre persone prendiamo un remis che fa il giro di tutti gli hotel e ci porta fino al B&B dove soggiorniamo: “Casa de Grillos”.
Ad accoglierci c’è Alejandro che ci mostra la casa. E’ una casa semplice, ma accogliente e pulita. Dispone di un salotto comune con una piccola biblioteca a tema patagonico.
Gli chiediamo informazioni per i tour al ghiacciaio Perito Moreno e ci dice di sbrigarci perché l’ultimo pullman parte alle 13:30. Attraversando la cittadina, che ancora non conosciamo, arriviamo di corsa alla stazione dei pullman e scopriamo che l’ultimo bus è partito alle 13. Continua la maledizione dei mezzi in anticipo. Vediamo che ci sono alcune agenzie e mentre decidiamo a quale di queste rivolgerci, in modo da non perdere completamente questa giornata, vediamo arrivare Alejandro che è venuto a cercarci perché nel frattempo ha saputo che il bus è già partito e ha già contattato un’agenzia trovandoci al volo un’alternativa. E’ stato incredibilmente gentile ad aiutarci così tanto. Andiamo all’agenzia dove sta partendo il tour al ghiacciaio e dove riusciamo anche a prenotare il minitrekking di domani.
Partiamo con un piccolo gruppo di persone e Marcelo, l’autista-guida. Il Perito Moreno dista circa 80 Km che percorriamo senza quasi incontrare abitazioni, tranne una piccola fattoria.
Per prima cosa costeggiamo il Lago Argentino caratterizzato da un brillante colore azzuro.



Il paesaggio è piuttosto brullo e inizia a popolarsi di piante man mano che ci avviciniamo al ghiacciaio. Durante il percorso incontriamo anche parecchi animali, come lepri, puzzole e un tipo di uccello rapace chiamato carancho, che si apposta sulle strade per mangiare gli animali che vengono schiacciati dalle macchine.



Marcelo ci spiega anche il significato del nome della città di El Calafate. Il calafate è un arbusto locale che produce bacche simili ai mirtilli da cui si realizzano marmellate e liquori. Dice la leggenda che chi beve il liquore di calafate prima o poi tornerà in questi luoghi.
Ad un certo punto del viaggio arriviamo ad una curva chiamata propriamente “Curva dei sospiri” infatti non appena svoltiamo ci appare uno spettacolo indescrivibile: una distesa infinita di ghiaccio che lascia veramente senza fiato.



Ci fermiamo per fare alcune foto da questo punto che è ancora abbastanza lontano e poi arriviamo fino a un luogo in cui si trova una struttura di passerelle proprio di fronte al ghiacciaio, il quale si erge come un muro sopra al lago.



Rimaniamo veramente senza parole. Restiamo ore ad ammirare i suoi riflessi azzurri, in questa bellissima giornata di sole.
Il ghiacciaio è come vivo: oltre a guardarlo lo ascoltiamo anche, e’ come se parlasse mentre pezzi di ghiaccio cadono dalla suo interno.
Riusciamo anche a vedere alcuni pezzi che si staccano nella parte esterna affacciata sul lago. Uno spettacolo della natura.
Nonostante il sole fa molto freddo, c’è un vento è gelido.
Torniamo a El Calfate verso le 20:30. Non ci sembra sia già così tardi, ma siamo molto a sud e siamo in estate, il sole qui tramonta verso le 22:30.
Chiediamo consigli su dove cenare a Marta, la moglie di Alejandro, che ci suggerisce El Cucharon. Si tratta di un ristorante non molto grande che si trova un po’ fuori dalla via principale.
Assaggiamo il cordero patagonico alla griglia che piace moltissimo anche a me, nonostante io non ami molto la carne di agnello e una fantastica torta di mele, che ci dicono essere tipica di qua, assaggiando per la prima volta il divino dulce de leche.

martedì 7 febbraio 2012

Un primo assaggio di Buenos Aires

Giorno 1 - Domenica 4 Dicembre 2011



Dopo moltissime ore di volo, dove per fortuna sono riuscita a dormire per la maggior parte del tempo, arriviamo a Buenos Aires.
Ripartiremo nel pomeriggio, da un altro aeroporto, per El Calafate, perciò abbiamo il tempo di dare un’occhiata alla città, che visiteremo meglio alla fine del nostro viaggio.
Fa caldissimo, infatti in aeroporto devo cambiarmi gli abiti invernali e mettermi una t-shirt.
Seguendo il consiglio di una collega argentina ci affidiamo a una ditta di “remis” e prendiamo un autobus che ci porta fino a Puerto Madero.
Da li’ iniziamo la nostra veloce visita un po’ improvvisata.
La cosa che subito mi colpisce della città e’ la tipica luce delle città del mare, al primo impatto mi fa pensare a Genova, ma questa strana idea verrà presto smentita.
Siamo a Retiro in Plaza Martinez. Si sente un forte odore di pipí e si vedono persone che dormono per terra.
Passando per vie dove sorgono bellissime case in stile liberty un po’ decadenti arriviamo all’obelisco percorrendo la grandissima Avenida 9 de Julio.



Passeggiando per Avenida de Mayo, dove incontriamo numerosi caffé con gente seduta a fare colazione nonostante sia già quasi ora di pranzo, arriviamo in Plaza de Mayo.
Visitiamo la cattedrale e la piazza, su cui si affaccia la Casa Rosada. Non avendo tantissimo tempo a disposizione per poterla vedere bene decidiamo di rimandarne la visita a quando torneremo alla fine del viaggio.
Dato che il nostro stomaco sente un po’ il fuso orario ci fermiamo a mangiare qualcosa in un bar di Avenida de Mayo.
Dopo pranzo facciamo un giro per Florida, la via pedonale commerciale, che pur essendo domenica è molto viva, una brevissima passeggiata sui Docks di Puerto Madero e poi via a riprendere il remis per l’aeroporto.
Arrivati all’Aeroparque ci attende una bruttissima sorpresa: al check-in ci dicono che il nostro volo è gia’ partito, è stato anticipato di due ore. Noi siamo allibiti e chiediamo come sia possibile dato che due giorni fa abbiamo controllato su internet e il volo era confermato per l’ora stabilita, loro si giustificano dicendo che avremmo dovuto telefonare per confermare il volo, ma come avremmo potuto telefonare se eravamo su un volo proveniente dall’Europa? Si scusano e ci dicono che possono pagarci una notte in hotel, il taxi e prenotarci un volo che parte domani mattina presto.
Un po’ risentiti non possiamo fare altro che accettare e prendiamo un taxi che ci porta all’hotel che si trova nel quartiere di Belgrano.
Dopo una doccia necessaria a smaltire sia le ore di volo sia la rabbia e dopo aver piú o meno capito dove ci troviamo prendiamo una metro per raggiungere il quartiere di Palermo. Arriviamo in Plaza Italia, proprio sotto la statua di Garibaldi. A piedi raggiungiamo Plaza Serrano, una piazza piena di vita con un fantastico mercatino che pero’ sta per chiudere. Alla fine il cambio di programma non e’ stato del tutto inutile, abbiamo visto un piccolo pezzo di città. Prendiamo un aperitivo ma io sono ancora troppo arrabbiata.

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