Non ho mai desiderato fare una vacanza solo su isole, forse perché le
associo immediatamente ai villaggi turistici e alla vacanza solo
spiaggia, piscina e cocktails, che è un tipo di vacanza che a me
personalmente non piace.
Nonostante
questo mio pregiudizio la Polinesia mi ha sempre attirato in modo
subliminale. Già quando ascoltavo la canzone Tahitian Moon che mi aveva
prestato un amico mi chiedevo se sarei mai riuscita a vedere la luna di
Tahiti, l'ho sempre immaginato come un posto impossibile da raggiungere.
A volte mi ritrovavo a sognare cercando i voli per Tahiti e sempre
senza sapere perchè dato che a me le isole non piacciono.
Fino
a quando due anni fa, all'Isola di Pasqua abbiamo conosciuto Mathilde e
Remy. Ci siamo incontrati quando siamo partiti con Jerome, il padrone
del B&B in cui alloggiavamo, per visitare i Moai.
Ricordo che quando mi hanno detto che vivono a Tahiti gli ho chiesto di ripetere perché credevo di aver capito male.
Dopo
una giornata insieme, un paio di cene e di Pisco Sour siamo rimasti in
contatto e vedendo le loro foto negli ultimi due anni ci siamo decisi ad
andare a scoprire che la Polinesia non è solo luogo da luna di miele,
da overeater bungalow a prezzi spaziali ma si può conoscerla anche in un
altro modo cercando di vederne il lato più vero.
Il primo impatto toglie il fiato, il mare ha un colore che non ho mai visto altrove.
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