mercoledì 30 marzo 2011

Central Park l'Upper West Side

Tornando da Harlem camminiamo fino a Morningside Heights, notando come dopo pochi isolati i quartieri cambiano totalmente, come cambiano le persone che li abitano e che incontriamo.
Passiamo nei pressi della Columbia University, dove alcuni studenti sono seduti sulle scale o nel prato studiando o semplicemente prendendo il sole.



Visitiamo quindi la cattedrale di St. John the Divine, il più grande luogo di culto degli Stati Uniti. In effetti i soffitti sono altissimi, proprio come quelli delle grandi cattedrali europee.




Camminando ancora un po' arriviamo al lato nord di Central Park.



E' già un po' tardi e sta per tramontare il sole, però ne attraversiamo comunque una parte, partendo da Great Hill, tenendoci sul lato Est, costeggiando il lago Jaqueline Kennedy Onassis Reservoir, passando per lo Swedish Cottage, il Shakespeare Garden e arrivando fino a Stawberry Fields, un'area dedicata alla memoria di John Lennon che venne assassinato di fronte a un palazzo a pochi metri da qui.



Arrivati a questo punto siamo molto stanchi e il sole è ormai tramontato per cui decidiamo di andare via e tornare a visitare meglio il parco in uno dei prossimi giorni.


Quando finalmente riusciamo a tornare nel parco è ormai il penultimo giorno della nostra permanenza in città. E' mattina ed è tutto molto tranquillo. Entriamo praticamente da dove eravamo usciti l'altro giorno, ma cerchiamo di esplorare la parte sud, che comunque avevamo già visto anni fa.


Purtroppo il parco, data la stagione, è molto spoglio, ma è comunque sempre un luogo affascinante, poi con la luce che c'è al mattino è ancora più incantevole.
Vaghiamo per il parco, vediamo le varie statue situate qua e là, le fontane svuotate e incontriamo qualche scoiattolo che corre o sgranocchia ghiande.





Purtroppo il freddo ci costringe a non rimanere troppo a lungo e non si avvera uno dei miei desideri di fare un pic nic nel parco.

Una piacevole domenica ad Harlem

Siamo in coda già dalle 9:15 fuori dall'Abyssinian Baptist Church. Siamo arrivati qui con la linea 2 e sembrava che non arrivassimo mai! E' davvero lontano il 125th street.



C'è già una cinquantina di persone davanti a noi e ci mettiamo ordinatamente in file di due, come ci dice il signore vestito benissimo che cerca di organizzare la gente. Fa molto freddo e alcune persone decidono di arrendersi e vanno a cercare un'altra chiesa. Noi siamo stati molto combattuti ma alla fine abbiamo deciso di provare a entrare qui, perchè è forse la più famosa, perchè degli amici ce ne hanno parlato benissimo e perchè ho letto di code ben più lunghe, per cui dovremmo riuscire ad entrare, almeno lo speriamo.
Fa sempre più freddo, è dura resistere, ma ci proviamo.
Finalmente verso le 11 iniziano a far entrare le persone, poche per volta. Dentro ci sono già i fedeli abituali e dei gruppi di cori ospiti provenienti da altre città.
Quando è il nostro turno tiro un sospiro di sollievo, sia per la felicità di poter assistere alla messa, sia per poter stare al caldo.
Alcuni signori in guanti bianchi ci fanno accomodare al secondo piano della chiesa. La chiesa è circolare, non grandissima, al secondo piano si trovano delle specie di gallerie a gradinate. Sopra l'altare si trova la galleria dove c'è il coro gospel, uomini e donne vestiti con tuniche viola.
Il coro è eccezionale, proprio come mi immaginavo, ma ciò che non mi aspettavo era di trovare la funzione altrettanto coinvolgente.
All'inizio c'è stata un'introduzione da parte di una dei pastori, in cui ha salutato i cori ospiti, ha elencato gli appuntamenti futuri, ha pregato per una serie di persone malate della loro comunità, nominandole. Ogni due parole diceva Amen, anzi, "Eimen!".
Quindi ha fatto cantare i cori ospiti e ha presentato l'altra pastora. Questa ha letto un brano della Bibbia e poi l'ha commentato in chiave molto moderna, citando anche quotidiani e siti internet. Il senso era che in questo periodo così brutto, di catastrofi naturali e guerre, bisogna essere fiduciosi ed aspettare il Signore. Parlando si infervorava tantissimo e nei tratti salienti del suo sermone i fedeli la incitavano urlando "Sìììì" e alcuni si alzavano in piedi per far farsi sentire più partecipi.
Dopo i diaconi hanno portato la comunione con le ostie e dei bicchierini di vino, su grandi vassoi che le persone si passavano. I diaconi erano sia uomini che donne, vestiti benissimo. Le donne in particolare portavano graziosi cappellini bianchi.
La funzione è stata lunghissima, più di due ore, però sono davvero felice di avervi partecipato.




Camminiamo per Harlem, che io pensavo fosse molto più degradata, invece gli ampi viali mi hanno dato un'altra impressione. Certo non è elegante come alcune zone di Manhattan, però trovo abbastanza piacevole passeggiare. Sarà che è domenica e tutto mi sembra tranquillo.




Arriviamo nel locale in cui vorremmo fare il Brunch, Sylvia's Restaurant. Ho letto che la domenica si mangia con il sottofondo di musica soul live.




Quando entriamo c'è già molta coda, tantissimi turisti, alcuni europei e anche alcuni americani, ma anche gente del posto. Purtroppo è già un po' tardi per cui l'ora del Brunch passa e dobbiamo "accontentarci" del pranzo. Un pollo fritto indimenticabile, giusto per stare leggeri e per concludere una Angel Cake verde al cocco.
Durante il pranzo c'è un gruppo che canta gospel live e la cantante passa ad ogni tavolo chiedendo "where are you from?" e ad ogni risposta urla nel microfono "Oh! Italy is in the house!".
La sosta da Sylvia's tra attese varie è stata più lunga del previsto, ma ci è piaciuta molto, abbiamo anche conosciuto una famiglia di Orlando che ci ha consigliato di visitare anche la Florida, cosa che era già nella mia lista dei desideri.

Nel pomeriggio siamo ridiscesi verso Manhattan, ma il resto lo racconterò un'altra volta.

New York City! Here we are!!!

Il mio sogno si avvera e siamo di nuovo qui, pronti per partire alla scoperta di questa incredibile città.
Atterriamo a JFK nel primo pomeriggio. Il volo è stato tranquillo.
Invece di predere un taxi giallo, come avevamo pensato, decidiamo di provare a raggiungere Manhattan con l'AirTrain più la metro. Ciò ci permette di entrare già subito a contatto con la realtà newyorkesi. Attraversiamo il Queens e Brooklyn e i ragazzini che vediamo sulla metro sembrano proprio quelli dei film.

Arriviamo a Manhattan e il nostro hotel è vicinissimo alla fermata della metro, perciò muoversi con le valige non ci crea troppi problemi.
L'hotel in cui soggiorniamo è l'Element by Westin Time Square, si trova sul 39th street, tra la Eight e la Ninth Avenue. La via in cui è situato effettivamente non è bellissima. L'hotel però è molto nuovo e le stanze sono grandi, rispetto agli standard della città. La nostra finestra si affaccia sul lato nord della città e sotto di noi vediamo la sede del New York Times.
Facciamo una doccia, necessaria dopo le molte ore di volo e poi usciamo subito ansiosi di vedere la città. Purtroppo ci accorgiamo subito che fa molto freddo.

Prima tappa ovviamente Times Square, che raggiungiamo a piedi dall'hotel. Ogni volta si rimane rapiti da tutte quelle luci. Essendo sabato pomeriggio è piena di gente, il che la rende ancora più suggestiva.


Incontriamo anche un gruppo di ragazzini che ballano facendo incredibili acrobazie.

Dopo una tappa allo Shake Shack, per abituarci subito al cibo americano, decidiamo di spostarci dalle parti del Rockfeller Center.
Siccome il cielo è abbastanza sereno e le previsioni per i prossimi giorni sono pessime decidiamo di salire sul Top of the Rock, per ammirare la città dall'alto. Non c'è neanche coda per entrare, mentre l'altra volta, quando siamo saliti sull'Empire State Building, avevamo aspettato ore per salire.
Siamo molto fortunati, perchè è quasi l'ora del tramonto, perciò c'è una luce bellissima.




Il panorama è spettacolare e mentre il sole tramonta diventa ancora più bello, finchè si accendono le luci sulla città e l'Empire State Building si colora di Giallo, Blu e Rosso.
L'emozione ci fa resistere anche al vento gelido.


Stiamo resistendo bene al fuso orario. Per la cena decidiamo di spostarci dal caos di Times Square e con la metro raggiungiamo il Greenwich Village. Qui non eravamo stati l'altra volta e sembra davvero molto carino, contiamo quindi di tornarci nei prossimi giorni per vederlo con la luce del giorno.
Domani sveglia presto per andare ad Harlem.


Qualche consiglio pratico:

L'AirTrain è una buona soluzione per chi volesse risparimare qualcosa.
L'AirTrain fino alle stazioni di congiunzione con la metro (Jamaica Station o Howard Beach) costa solo 5$ e da lì è possibile fare il biglietto, o la MetroCard settimanale (29$), come abbiamo fatto noi. Tempo per raggiungere l'hotel: circa 1 ora, non molto di più di cosa ci avevamo messo la scorsa volta con un taxi in mezzo al traffico.

L'Element Hotel offre la colazione, abbondante anche se un po' disorganizzata, l'happy hour, con vino, birra e stuzzichini, inoltre dispone di rete Wi-Fi gratuita, che non è cosa scontata.

martedì 29 marzo 2011

La mia seconda volta a NY!!!

Purtroppo la mia settimana newyorkese si è conclusa. E' stata una bellissima esperienza, decisamente superiore alle aspettative e molto migliore di quella fatta sette anni fa.
Sono riuscita a fare praticamente tutto quello che mi ero prefissata e anche molto di più. Sono anche riuscita a vedere la città in modo non troppo convenzionale, non buttandomi subito sulle cose principali che avevo già visto, ma anche scoprendo zone meno turistiche e più vere.
Ho camminato tantissimo e purtroppo preso tanto tanto freddo. Un giorno ha anche nevicato.
Sono riuscita ad assistere alla messa Gospel e oltre al coro mi è piaciuta molto proprio tutta la funzione.
Sono stata al Dizzy's, ma anche al Blue Note. A Broadway il musical dei Green Day è stato per me davvero emozionante.
Ho assistito al tramonto sulla città e all'accensione delle luci dal "Top of the rock".

Questo è solo un brevissimo riassunto di sette intentisissimi giorni.
Spero di riuscire presto a scrivere qualcosa di più, a dare qualche utile suggerimento a chi vorrà andare e magari mettere qualche foto.

martedì 15 marzo 2011

Ready to go?

Not really!



E' sempre la stessa storia! Passo settimane, a volte mesi, a organizzare e quando è quasi ora di partire mi prende il panico. L'ansia di non aver letto tutto il leggibile e soprattutto quella della valigia.
Eh sì, la valigia è sempre un enorme problema, non so mai cosa portarmi e il rischio è sempre quello di riempirmi di cose inutili. Stavolta è più un problema del solito dato che in questa stagione a cavallo tra inverno e primavera potrebbe fare qualsiasi tempo ed esserci qualunque temperatura, perciò vorrei essere attrezzata per ogni evenienza.

Per quanto riguarda l'organizzazione devo rassegnarmi, non posso e non voglio avere tutto sotto controllo, perchè il viaggio è anche scoperta e se tutto è già deciso si perde ogni gusto.

Ho provato a fare degli itinerari di massima, dividendo la città a zone, ma è molto complicato, perchè non ho idea, a priori, di quanto tempo impiegherò a visitare una zona. Quindi mi sono limitata a fissarmi in mente le cose che non voglio perdermi e il come e il quando visitarle lo decideremo via via.

Le uniche cose che ho definito sono due serate e sono stata obbligata a farlo, dovendo prenotare prima.
La prima sarà una cena con musica Jazz al Dizzy's Club Coca Cola. Nonostante il terribile nome è un posto di cui ho sentito parlare molto bene. Ho letto che ha una meravigliosa vista sul Central Park.
La seconda il musical di Broadway che speravo davvero di riuscire a vedere: American Idiot con le musiche dei Green Day.

Nonostante tutte le stupide ansie non vedo l'ora di partire!

martedì 8 marzo 2011

I colori dell'Empire State Building




Durante le mie ricerche su cosa fare e vedere a NYC sto scoprendo un sacco di cose che non sapevo.
Una di queste è che l'Empire State Building, il più famoso grattacielo della città, cambia colore.
Le luci degli ultimi tre livelli dell'ESB sono normalmente tutte bianche, ma in occasione di feste nazionali o religiose, di giornate per la ricerca, di eventi sportivi o altre ricorrenze, assumono ben definiti colori, che hanno una certa relazione con la giornata che rappresentano.
Probabilmente ero l'unica a non sapere questa cosa, così negli ultimi giorni mi sono documentata un po' e ho trovato l'argomento molto interessante e divertente. Ancora ieri sera, guardando CSI:NY, ho subito notato il colore delle luci e intuito l'argomento della puntata.

Ecco alcuni esempi:

11/10/2010

Rosso/Bianco/Verde

Columbus Day

24/11 -28/11/2010

Rosso/Arancione/Giallo

Thanksgiving

1/12/2010

Rosso/Rosso/Rosso

World AIDS Day

23/12/2010 -5/1/2011

Rosso/Verde/Verde

Christmas

7/2/2011

Verde/Giallo/Verde

Green Bay Packers Super Bowl Win

14/2/2011

Rosso/Rosa/Bianco

Valentine's Day

18/2-21/2/2011

Rosso/Bianco/Blu

President's Day

8/3/2011

Arancione/Giallo/Giallo

100th Anniversary of International Women's Day

17/3/2011

Verde/Verde/Verde

St. Patrick's Day

18/3 -20/3/2011

Giallo/Blu/Rosso

The Celebration of Teaching and Learning



L'elenco è veramente lunghissimo e comprendendo anche manifestazioni sportive è variabile.
Per approfondire rimando alla pagine ufficiale delle Tower Lights e al sito What Color Is The Empire State Building.

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