lunedì 28 febbraio 2011

New York: troppe cose da fare e da vedere



Sono giorni che mi immergo nella mia Lonely Planet e che sfoglio decine e centinaia di siti web alla ricerca di cose da fare e da vedere a New York.
In realtà quello che sto cercando di fare è di capire bene cosa posso riuscire a far stare nei sette giorni che rimarremo là.
Essendoci già stata molte cose le ho già viste, specialmente le più famose, perciò stavolta vorrei cercare di esplorare anche il resto della città e se mi avanza tempo rivedere meglio quello che più mi avevano colpito.
Vorrei inoltre vivere esperienze propriamente newyorkesi ed essendo per me il viaggio anche sinonimo di scoperta dei cibi ci sono anche molte cose che vorrei assaggiare e mi piacerebbe farlo magari non seguendo la guida ma cercando di capire quali sono i locali preferiti degli abitanti della città.
Detto questo non intendo pianificare troppo il mio viaggio, per mantenere comunque sempre il piacere della scoperta. La mia intenzione è solamente quella di raccogliere le informazioni e le idee e poi definire meglio il tutto quando sarò lì, in base a alle ispirazioni momentanee e anche banalmente alle condizioni meteo.

Proverò comunque a fare un'elenco, in ordine casuale, delle cose che mi piacerebbe fare:

  • Assistere ad una messa con i cori gospel in una chiesa di Harlem
    Ho letto sia sulla guida che su vari blog e siti internet che la chiesa più quotata per fare quest'esperienza è la Abyssinian Baptist Church, ma ho anche letto che è sempre piena e che spesso capita che dopo ore di coda ci si veda scavalcare da tour organizzati che hanno prenotato e non è possibile prenotare se non si è almeno un gruppo di dieci persone. Ora sto cercando di informarmi se ci sono altre chiese, magari meno famose, dove sia comunque possibile assistere ad una bella funzione.
  • Salire sul Top of the Rock
    Si tratta di una terrazza panoramica situata nel Rockfeller Center. Visto che l'altra volta siamo saliti sull'Empire State Building stavolta vorremmo provare a guardare la città da un altro punto di vista.
  • Assistere ad una partita degli Yankees
    Purtroppo abbiamo già visto che questo sarà impossibile, perchè gli Yankees nei giorni un cui saremo in città saranno in Florida per un torneo primaverile. Peccato, ci sarebbe davvero piaciuto, non tanto per la partita, non capendo quasi niente di questo sport, ma per vedere il pubblico e vivere un'esperienza davvero americana.
  • Visitare il MoMA
    Io non capisco molto di arte, ma credo che questo museo meriti una lunga e approfondita visita.
  • Assistere ad uno spettacolo di Brodway
    Qui c'è solo l'imbarazzo della scelta. Ci sono moltissimi spettacoli e mi piacerebbe vedere molti di questi. Uno che mi attira tantissimo è "American Idiot" dato che mi piacciono molto i Green Day, ma sarei incuriosita anche da quelli più classici. Appena decideremo dovrò capire qual è il modo migliore per procurarsi i biglietti. Ho letto sulla guida che è possibile avere biglietti scontati, ma occorre comprarli il giorno stesso magari facendo delle code e non vorrei sprecare tempo prezioso.
  • Fare shopping sulla Fifth Avenue
    o comunque Shopping, essendo la Fifth ricca di negozi costosi. Vorrei soprattutto visitare alcuni outlet di cui ho letto e alcuni negozi tipicamente americani. Spero di portare a casa un bel po' di cose... ma non troppe.
  • Entrare da Toys'R'Us a Times Square
    per vedere e magari provare la ruota panoramica, o sarà solo per bambini?
  • Entrare nella Grand Central Station
    che ho visto in moltissimi film
  • Passare una serata in un locale di musica Jazz
    anche qui non saprei quale scegliere, nei prossimi giorni continuerò a leggere e ad informarmi per avere le idee più chiare
  • Cenare in un ristorante italiano
    questa attività va completamente contro le mie convinzioni. Ho sempre affermato che durante i miei viaggi evito sempre di mangiare nei ristoranti italiani, perchè preferisco assaggiare le specialità del luogo piuttosto che ritrovare ciò a cui sono abituata. Mio marito mi ha fatto notare che in questo caso però è diverso, i ristoranti italiani sono parte integrante della cultura della città, quindi perchè non provarne uno magari molto caratteristico e poco turistico? Se riuscirò a trovarne uno del genere allora potrò sforzarmi di cambiare idea.
  • Visitare la New York Public Library
    essendo io appassionata di lettura e avendola vista in alcuni film
  • Fare colazione con un bagel
    I bagel li ho assaggiati a Boston e ho imparato a cucinarli, ma New York è la città dei bagel e ho letto sulla guida che vi si trovano i più buoni del mondo.
  • Attraversare a piedi il Ponte di Brooklyn
    L'altra volta il ponte lo abbiamo solamente fotografato e non lo abbiamo percorso. Non so perchè, forse perchè avevamo poco tempo e perché io non stavo molto bene. Stavolta però è obbligatorio farlo e perché no, approfittarne per visitare i luoghi principali del distretto di Brooklyn.
  • Pranzare a Central Park
    con un cibo di strada come potrebbe essere un Hot Dog. In realtà ho già provato quest'esperienza ma vorrei ripeterla, per godere un po' della tranquillità del parco riposandomi dopo i molti passi che avrò fatto al mattino e prima di quelli che dovrò ancora fare fino a sera.
  • Prendere il Ferry Boat per Staten Island
    avendo già visitato Liberty Island e volendo ammirare lo Skyline dal mare ho letto che uno dei modi migliori per farlo è quello di salire su uno dei Ferry Boat gratuiti che portano a Staten Island. Avrò così anche modo di dare un'occhiata a questo distretto che ho letto essere solitamente un po' snobbato.
Mi fermo qui ma potrei continuare per ore aggiungendo luoghi da vedere e cose da assaggiare. Magari ne aggiungerò nei prossimi giorni.

Se qualcuno per caso passasse di qua e avesse qualche suggerimento o qualche risposta alle mie perplessità mi sarà di grandissimo aiuto!

giovedì 24 febbraio 2011

Si torna a NY!!!



Non mi sembra ancora vero!!!
Solitamente i nostri viaggi sono pianificati e studiati a fondo, invece stavolta ci siamo proprio buttati.

La settimana scorsa, prima dell'ultimo colloquio, Francesco mi ha detto "se avrai il lavoro e se non inizierai proprio subito ci facciamo un viaggetto".

Ho cercato di contenermi e di non iniziare a fantasticare come mio solito, rischiando poi di ricevere l'ennesima delusione. Fino a venerdì mi sono così concentrata solamente sul colloquio, ma non appena abbiamo saputo che era andato bene e che inizierò il 1° aprile, avendo ancora un intero mese davanti abbiamo iniziato a discutere su dove ci sarebbe piaciuto andare. Abbiamo buttato lì alcune idee, ma New York ci frullava nella testa da troppo tempo e alla fine abbiamo deciso di comune accordo. E' troppo tempo che vogliamo tornarci, giusto prima di Natale raccontavo su queste pagine questo mio grande desiderio.
Ci siamo già stati nel 2004, ma siamo rimasti pochi giorni inoltre io non stavo molto bene, per cui sentiamo proprio il desiderio di esplorarla meglio.

Domenica sera la decisione era stata presa e ho immediatamente iniziato a fare la cosa che mi piace di più al mondo: organizzare il viaggio.

In due giorni abbiamo prenotato l'aereo e l'hotel e richiesto l'ESTA! Partiremo il 19 Marzo e staremo una settimana.

Ora mi sto documentando cercando di leggere più informazioni possibili per decidere poi come impegnare le nostre giornate. Le cose da vedere e da fare in quella fantastica città sono davvero tantissime, quindi sarà difficile scegliere, ma ho quasi un mese davanti per dedicarmi a questo meraviglioso lavoro.

martedì 22 febbraio 2011

Finalmente un lavoro!

E' stata dura, anzi, durissima, ma alla fine ce l'ho fatta e per una volta posso anche vantarmi perché posso dire di avercela fatta da sola!
Ho trovato un lavoro!
Ho trovato un lavoro in linea con i miei studi e decisamente migliore di quello che avevo in Italia.
La ricerca è stata davvero lunga, avevo già iniziato a luglio senza troppa convinzione, poi a ottobre avevo deciso di trasferirmi perchè sarebbe stato più semplice cercarlo direttamente qui e così è stato perchè ho avuto modo di fare i colloqui di persona e non più al telefono.
Da ottobre infatti ho intensificato la ricerca. Devo dire che qui il lavoro non manca, ogni giorno leggevo decine di annunci, la maggior parte dei quali però dovevo scartarli perché richiedevano la conoscenza della lingua tedesca.
Cercare lavoro è stato un lavoro a tutti gli effetti. Ho dovuto piano piano imparare a vendermi, capire com'era meglio rapportarsi con gli intervistatori, ogni volta prepararmi a fondo. Tutto questo aggravato al fatto di dover necessariamente sostenere i colloqui in inglese.
Ho avuto momenti di serio sconforto, soprattutto dopo che più volte mi sono sentita dire che senza conoscere il tedesco sarebbe stato impossibile trovare qualcosa. Io ho iniziato a studiare, ma è proprio impossibile impararlo in pochi mesi.
Per fortuna ho perseverato nella ricerca e ho avuto anche una grandissima delusione quando prima di Natale ero quasi certa di avercela fatta e invece è andata male.
Poi a gennaio si è presentata quest'opportunità. La selezione è stata dura e approfondita, ho dovuto sostenere ben quattro colloqui di cui uno di tre ore e mezza con tutti i mebri del team con cui dovrò lavorare.
Per una volta mi sono sentita fiera di me stessa perchè comunque fosse andata sapevo di aver dato il meglio e fortunatamente è andata bene, pochi giorni fa ho ricevuto l'offerta di lavoro.
A giorni dovrei firmare il contratto e inizierò il 1° di Aprile.
Sono davvero tanto tanto felice.

lunedì 14 febbraio 2011

Takoyaki e nostalgia

Come ho più volte raccontato il nostro viaggio in Giappone è stato caratterizzato dalla voglia di conoscere la cultura locale, in particolare la cucina, che ovviamente non è solo quella si trova nei ristoranti Giapponesi che si sono via via moltiplicati nelle città occidentali.
Uno dei piatti che più mi ha colpito è stato il Takoyaki, un tipico Street Food, particolarmente diffuso a Osaka.



L'ho assaggiato la prima volta durante la mia prima cena a Tokyo, quando un ragazzo giapponese appena conosciuto ci consigliava varie cose presenti nel menu per noi incomprensibile.
L'ho rivisto a Beppu, dove in un minuscolo chiosco affacciato sulla via principale un omino con l'asciugamano legato in fronte preparava solo quello.
Quando poi siamo arrivati a Osaka si vedevano chioschi di Takoyaki ad ogni angolo.
L'ho addirittura mangiato all'aeroporto prima di lasciare il Giappone.

Letteralmente Takoyaki ( たこ焼き ) significa polpo alla piastra, si tratta infatti di palline create con una pastella a base di uova, farina, condimenti vari e pezzi di polipo, che vengono preparate su grandi piastre di ghisa strutturate con tante piccole semisfere.
E' molto divertente vederle preparare, perché con una grande abilità e con un semplice bastoncino di bambù i ragazzi dei chioschi riescono a trasformare la liquida pastella in delle meravigliose palline.
Il procedimento non è semplice spiegare per cui ho trovato un video che lo mostra:





Ovviamente esiste anche una versione casalinga della piastra per i Takoyaki e avrei tanto desiderato comprarne una da portarmi a casa, ma per motivi di spazio nei bagagli e di pesantezza dell'oggetto ho dovuto rinunciare. Per mesi mi sono pentita di non averla comprata, finchè un giorno al lavoro ho scoperto che la mia collega giapponese sarebbe andata a Tokyo a trovare i suoi genitori, così ho colto l'occasione al volo e le ho chiesto, se non le avesse dato problemi per il bagaglio, di portarmene una.




Quando l'ho ricevuta ero felicissima e io e Francesco abbiamo provato subito a cimentarci nella preparazione del Takoyaki. Purtroppo non disponendo degli ingredienti giusti, che a Torino non riuscivo a trovare, ne abbiamo fatto solo una brutta imitazione, tant'è che non abbiamo più avuto voglia di fare altri tentativi.

Un giorno poi passeggiando per Zurigo ho scoperto Nishi, un piccolo negozio di cibo giapponese. Lì siamo finalmente riusciti a trovare gli ingredienti che ci servivano.

Una sera sono venuti a trovarci degli amici che la scorsa estate e sono stati in Giappone in viaggio di nozze.
Abbiamo così riprovato a fare i Takoyaki con gli ingredienti giusti ed è stato un grandissimo successo. Tutti noi abbiamo avuto la stessa sensazione: il sapore era esattamente identico a quelli assaggiati in Giappone e abbiamo provato tutti la stessa grande nostalgia.




Vorrei riportare qui la ricetta, che ho trovato sul sito La vera cucina Giapponese – Non solo sushi.

Ingredienti

Per 24 palline circa di Takoyaki

  • 150 g di farina 00
  • 200 ml di dashi (brodo base). In alternativa si può usare anche sola acqua ma il takoyaki verrà meno saporito.
  • 1 uovo
  • 2 cucchiai di beni shoga tritato
  • un pizzico di sale
  • un cucchiaino di zucchero
  • 100 g di polpo (tako) bollito. Nella scelta del polpo cercate di privilegiare esemplari molto grossi, magari piovre dai tentacoli spessi e carnosi. Uno o due tentacoli dovrebbero essere sufficienti.
  • un mazzetto di erba cipollina
  • una bustina di kazuo bushi (pesce essicato)
  • aonori
  • maionese
  • salsa takoyaki
  • olio di semi
Preparazione

La preparazione del takoyaki è molto semplice. L'unica difficoltà sta nel far ruotare le palline con lo spillone, operazione che richiede solo un po' di pratica.

  • Con un coltello molto affilato affettate l'erba cipollina.
  • Triturate il beni shoga in modo da avere quadratini di due o tre millimetri circa di spessore. Il beni shoga non è indispensabile, ma serve comunque a dare un particolare accento al piatto.
  • Con una frusta sbattete energicamente la farina con il dashi, il sale, lo zucchero e l'uovo in modo da avere un composto ben amalgamato, liscio e senza grumi. Mettetelo in un recipiente dotato di beccuccio e lasciatelo riposare a parte per qualche minuto.
  • Nel frattempo tagliate il polpo che avrete precedentemente sbollentato a pezzi irregolari di non più di un centimetro.
    A differenza della cucina italiana dove polpi e seppie devono essere morbidi e vanno quindi cotti molto, nella cucina giapponese questi ingredienti sono apprezzati per la loro consistenza un po' gommosa. Non bollite troppo il polpo, giusto il tempo che basta a non lasciarlo crudo, così da fargli mantenere una buona elasticità. Uno dei punti fondamentali per avere un buon takoyaki, è riuscire a creare un contrasto tra la morbidezza della pastella e la consistenza del polpo.
  • A questo punto scaldate la padella da takoyaki e oliatela bene. E' importante che prima di versare l'impasto la padella sia ben unta e molto calda. Come per le crepe, anche per il takoyaki, le prime palline che andrete a preparare probabilmente tenderanno ad attaccarsi e non usciranno molto bene. Non dispertate e prerseverate, man mano che la padella viene usata verranno sempre meglio.
  • Versate la pastella dal recipiente col beccuccio direttamente nella teglia. Cercate di distribuirla uniformemente in tutti gli stampi. Non preoccupatevi se la pastella finisce anche sugli spazi tra una forma e l'altra. Abbiate solo avuto l'accortezza di oliare bene anche queste superfici.
  • Distribuite i pezzi di polpo nella padella in modo che in ogni stampino ve ne sia almeno uno o due. Di più è anche meglio, ma attenzione a non esagerare se no il takoyaki non sta più insieme. Distribuitevi sopra il beni shoga e l'erba cipollina. Non abbiate timore di abbondare, soprattutto con quest'ultima.
  • Aspettate un po' che l'uovo incominci a cuocere sul fondo degli stampini e poi, con lo spillone, con un movimento secco e circolare, fatelo staccare dalla parete di ghisa e pian piano fatelo ruotare. Man mano che cuoce, continuate a rigirare il takoyaki così che venga prendendo una forma sferica regolare.
  • Mettete il vostro takoyaki su un piatto da portata e spennellatelo di maionese prima, di salsa takoyaki poi e infine spolverate con aonori e kazuo a piacere.

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