martedì 26 ottobre 2010

Una città, tante culture


Sono qui a Zurigo da poco, pochissimo tempo, ma tra le mie vacanze estive e quest'ultima settimana ho avuto modo di conoscere un po' di persone e ammetto che di veri svizzeri ne ho conosciuti solo un paio. Gli altri sono tutti immigrati come noi, o di seconda generazione.

Domenica siamo stati invitati da un'amica di origini turche, per una piccola festa. Eravamo noi, i suoi fratelli, un amico svedese e la sua ragazza, svizzera ma di origini italiane.
Ci ha fatto preparato la pizza turca, che è fatta con una pasta lievitata molto sottile, farcita con un composto fatto di carne, pomodoro, cipolle e prezzemolo.



La pizza è stata accompagnata da una bevenda allo yogurt e da ottimo tè turco. Infine abbiamo assaggiato il caffè turco.
La nostra amica è stata molto carina, dato che, pur conoscendomi appena, mi ha portato alcuni doni direttamente dalla Turchia: del tè e del caffè, un portafortuna e un paio di ciabatte particolari fatte a mano da sua nonna.

Per ora mi piace davvero molto vivere in questa città, proprio perchè si incontrano tante nuove culture, è un po' come viaggiare stando fermi.
E io che pensavo di trovarmi un po' spaesata invece mi sento già "a casa".

Abbiamo detto che prossimamente prepareremo noi una cena italiana, per far conoscere meglio la nostra cucina. Ora devo iniziare a pensare a cosa cucinare, oltre all'immancabile farinata originaria della mia terra.

venerdì 22 ottobre 2010

L'anagrafe svizzera

Stamattina sono stata all'anagrafe per richiedere il permesso di soggiorno.

L'anagrafe è un posto accoglientissimo, con tanto di sedia per l'utente di fronte all'impiegato.
Quasi zero coda, cioè avevo una persona davanti, niente a che vedere con le code di due ore che facevo solitamente a Torino.
Ci è voluto anche pochissimo a fare la pratica, ora devo solo attendere che la polizia Svizzera si accerti che non sono una criminale e dia l'OK al mio permesso di soggiorno.

Ma la cosa più divertente è stata l'impiegata dell'anagrafe, che parlava un po' d'italiano e quando doveva trascrivere la mia data di nascita e ha visto che oggi è il mio compleanno mi ha urlato "Ohhhh! Konkratulazzzzioni!!!!" e si è messa a canticchiare la canzoncina di tanti auguri in tedesco.

mercoledì 20 ottobre 2010

Moving on up - Il trasloco

Ed eccomi qui, finalmente arrivata nella mia nuova casa, o forse dovrei dire nella mia nuova vita. Ad accogliermi un freddo polare. E io che pensavo che la temperatura non fosse tanto diversa. Illusa! Vediamo quindi il lato positivo, posso mettere via i tanto odiati vestiti da mezza stagione e tenere fuori solo quelli puramente invernali.

Ma parliamo appunto del trasloco, che da circa una settimana mi fa pensare a questa canzone .
Lo abbiamo organizzato un po' all'ultimo momento perchè per vari motivi non siamo riusciti a muoverci prima.
Lunedì scorso abbiamo contattato la società di traslochi, che mercoledì mi consegnava già un bel po' di scatoloni, di scotch da imballaggio e di carta scoppiettina (così io chiamo il pluriball).

Così io a casa da sola ho iniziato a raccogliere un po' di mie cose: centinaia di libri, di cd, abiti e ho cominciato l'imballaggio dei fragili, chiedendomi perchè possedessi così tanti bicchieri. Tra mercoledì e giovedì avevo riempito già un po' di scatoloni e non sapevo più dove metterli in casa. Giovedì sera è arrivato Francesco che mi ha aiutato a finire un po' di imballaggi.

Venerdì mattina sono arrivati i traslocatori. In pochi minuti si sono impadroniti di casa mia facendomi domande a raffica su cosa mettere via, dove metterlo etc. Io ho fermato tutti dicendo "Un attimo, sono un po' confusa! Fatemi pensare".
Io pensavo che avrebbero solamente smontato e imballato i mobili da portare via, che io avevo già provveduto a svuotare, invece, per nostra fortuna, hanno inscatolato anche buona parte delle cose rimaste fuori, che noi pensavamo di finire di sistemare tra sabato e domenica. Dico per fortuna perchè da soli non ce l'avremmo mai fatta.

Sabato e domenica siamo stati accampati in casa nostra a raccogliere le ultime cose e a salutare i vicini di casa a cui siamo più affezionati.

Lunedì è arrivato il camion su cui in poche ore sono state caricate tutte le nostre cose.
Dopo un ultimo pranzo da Eataly e ancora qualche incombenza da sbrigare siamo partiti.

Martedì ci siamo svegliati presto aspettando l'arrivo delle nostre cose, che però abbiamo dovuto attendere a lungo perchè prima il camion è stato bloccato in dogana, poi ci ha messo ancora tantissimo tempo ad arrivare a causa dei limiti di velocità un po' restrittivi.
Quando finalmente i traslocatori sono arrivati era tardi, ma sono stati velocissimi e bravissimi e sono comunque riusciti a fare tutto.

Ora mi trovo qui con queste montagne di scatole da disfare. E' un delirio, spero piano piano di farcela.

E comunque è iniziata l'avventura da immigrata. Speriamo che porti qualcosa di buono.

martedì 5 ottobre 2010

Kangaroo Island

In questo periodo di cambiamenti, un po' malinconico, mi trovo spesso a vivere di ricordi. Così ho rispolverato le foto dei vecchi viaggi e i miei vecchi diari e magari ne pubblicherò degli estratti.

Uno dei posti che più ho nel cuore è Kangaroo Island, che si trova nella parte meridionale dell'Australia, di fronte alla città di Adelaide.

Partendo all'alba da Adelaide arriviamo a Cape Jervis, il porto da dove parte il traghetto per raggiungere l'isola.
Arrivati a Kangaroo Island saliamo su un pullman. L’autista, che fa anche da guida, si chiama Jeff ed è un tipo strano ma simpaticissimo. Francesco dice che ha la faccia da platypus, cioè da ornitorinco.
Il primo luogo che visitiamo è Seal Bay, una spiaggia dove si riposano decine di leoni marini. Questi rimangono nell’oceano per molti giorni di fila per procurarsi il cibo, e quando tornano a riva sono stremati. Vediamo infatti alcuni leoni marini che arrivano dall’oceano trascinandosi, altri molto piccoli che come arrivano sulla riva iniziano a chiamare la mamma. E’ impressionante, ce n’è uno che fa un verso che pare realmente dire la parola "mamma".



Vediamo una femmina di leone marino, tenerissima, che allatta il figlio. Si passa a pochi metri da loro, è veramente emozionante.



Ci portano in una fattoria in cui ci viene servito un pranzo molto frugale, ma in stile con l’ambiente: minestrone, carne e insalata. Mentre mangiamo un canguro entra e saltella tra i tavoli.



Dopo il pranzo ci aggiriamo per la fattoria dove rivediamo il canguro “domestico” che si lascia accarezzare. Aggirandoci tra i GumTrees finalmente avvistiamo un koala che però se ne sta sui rami più alti e, molto schivo, non si lascia guardare e fotografare bene.
Dopo aver attraversato il parco nazionale ci fermiamo nei pressi delle Remarkable Rocks, un insieme di rocce scolpite dall’oceano e dalle intemperie nelle forme più disparate.



Sono molto strane, sembrano delle sculture moderne. Tira un vento fortissimo che quasi ci porta via.





Ci spostiamo in una zona dove è situato un faro, quindi scendiamo a piedi per vedere l’Admiral Arch, un arco naturale formato dall’erosione dell’oceano, dove è possibile vedere numerose foche adagiate sugli scogli.
Durante il viaggio in pullman Jeff ci racconta che in Australia è stata importata dall’Europa una particolare specie di api: le famose Ligurian Bees. Io rimango stupefatta: la Liguria non è certamente nota per le api. Quando gli dico che io vengo dalla Liguria, proprio come le api, pare non crederci, e lo racconta poi a tutto il pullman.
Quando ci stiamo riavvicinando al porto di Kinsgscote ci dicono che chi vuole, nell’attesa della partenza del traghetto, può visitare un luogo in cui è possibile vedere i pinguini. Ormai è notte e i pinguini dal mare tornano nelle proprie tane. Decidiamo di vederli: sono molto piccoli e buffi.
Il viaggio sul traghetto è terribile, sembra infinito e io muoio di sonno.

Ogni canzone un ricordo


Ogni persona ha delle doti. C'è chi eccelle in uno sport, chi suona divinamente qualche strumento, chi sa eseguire a mente calcoli matematici difficilissimi.
Io invece ne ho una veramente inutile: la dote di associare le canzoni a fatti più o meno importanti della mia vita, infatti ricordo quasi con esattezza le date di moltissime canzoni.

Quante volte, durante i viaggi in macchina con mio marito, sentendo una canzone alla radio ho esclamato etusiasta cose del tipo: "era l'estate 1994, mi ricordo che la ascoltavo quel giorno che siamo andati a spiaggia in 20!". Lui rimane allibito perchè dice che è impossibile ricordarsi tutto così... ma io non è che mi impegno a farlo, mi viene naturale ricordare cose che apparetemente hanno poca importanza, ma per me hanno grande significato.

Io ho sempre ascoltato molto la radio, già quando ero bambina mia mamma la teneva sempre accesa, quindi le canzoni che associo ai fatti solitamente sono proprio canzoni del periodo in cui i fatti sono avvenuti. Quando ero studentessa universitaria invece spesso le canzoni le ascoltavo su MTV al mattino mentre facevo colazione con i miei coinquilini.
A volte invece si tratta di canzoni di altre epoche che io ascolto a rotazione in alcuni periodi, tipo ora, che mi sono fissata coi Led Zeppelin e sono capace di ascoltare i loro CD a ripetizione per interi giorni.

L'altro giorno ero sull'autobus e stavo ascoltando canzoni in modalità random sul mio lettore mp3. Appena ho sentito le prime note di "Le Vent Nous Portera" dei Noir Désir sono ritoranta magicamente all'estate del 2002, la prima estate in cui non ero più studentessa ma lavoratrice, l'estate in cui avrei coronato il mio sogno: visitare l'Irlanda. Mi ritrovo così a rivedere nella mia mente le stesse immagini e a ricordare gli odori e i colori di quei giorni.

Così come quando riascolto "Kiss from a Rose" di Seal, torno indietro di 15 anni, all'estate 1995, quando dopo l'esame di maturità sono partita all'avventura con tre amici e siamo andati a Londra senza neanche sapere dove avremmo dormito. Quella canzone ogni tanto usciva dalla radio incastonata nel muro della nostra stanza, nell'hotel-ostello più economico che abbiamo trovato.

Associo "Dancing Queen" degli Abba, nella versione degli U2, al test d'ingresso all'università nel settembre del 95, quasi certamente perchè in quel periodo ascoltavo spesso un bootleg che la conteneva.

"The Sound of Silence" di Simon & Garfunkel mi ricorda gli esami dell'università. Per qualche strana ragione io e il mio coinquilino avevamo deciso che portava bene, così la ascoltavamo la sera prima di ogni esame. Mentre il CD di raccolta delle loro canzoni l'ho ascoltato a ripetizione nelle settimane precedenti alla mia laurea.

Poi c'è "This is not America" di David Bowie, che mi frullava in testa nel giugno 2004, durante il mio primo volo intercontinentale, mentre stavamo per raggiungere Boston. Così come "Leaving New York" dei R.E.M. descrive perfettamente le mie sensazioni alla fine di quel viaggio.

Quando sento "Your Beautiful" di James Blunt mi rivedo seduta sullo sgabello della parrucchiera, poche ore prima del mio matrimonio. Mentre mi acconciava i capelli l'ho sentita alla radio e mi sono commossa. Ormai sarà per sempre la canzone del mio matrimonio. Così come "Estate" dei Negramaro mi ricorda i giorni che lo hanno preceduto.

Quando ascolto "Time of your life" dei Green Day sono di nuovo sul taxi che ci ha portato dall'aeroporto all'hotel di Melbourne all'inizio della nostra luna di miele.

"Road Trippin' " dei Red Hot Chili Peppers la vedevo bene per il mio viaggio sulla West Coast, e così è stato, è davvero perfetta per ricordare quel magnifico tramonto sul Big Sur.

Stamattina mentre facevo colazione ho sentito "Sometimes you can't make it on your own", degli U2, tratto da "How to dismantle an atomic bomb", uscito nell'autunno del 2004, e anche stavolta sono tornata indietro nel tempo rivivendo con la mente quei momenti. Ricordo infatti benissimo che ascoltavo quel CD nei primi giorni che ho trascorso nella mia casa, quando era ancora praticamente priva di mobili, ma quando mi sembrava di essere in un sogno. Proprio ora che questa casa sto per lasciarla. Ma so che ogni volta che risentirò quelle canzoni vivrò le stesse emozioni.


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